Recensione BioShock

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  1. TheNickTM
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    BioShock


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     Data di uscita: 24 agosto 2007
    Genere: BioShock è un Action, Adventure, Sparatutto
    Sviluppato da: 2K Marin Studio
    Pubblicato da: 2K Games
    Distribuito da: Cidiverte
     




    Trama:

    E’ il 1960, l’aereo sul quale stai viaggiando precipita e si schianta in una zona imprecisata dell’Oceano Atlantico. Riemergendo dalle acque gelide ti ritrovi davanti una scena agghiacciante: intorno a te non ci sono che rottami infuocati, e nessuna traccia di altri superstiti. Poco lontano dalla zona dell’incidente vedi una strana torre che si staglia nera nella notte, illuminata dalla sola luna piena. Senza farti troppe domande la raggiungi a nuoto: dopotutto sei ancora in grave pericolo di vita. L’interno dell’edificio è ancora più strano e appariscente, con arredamenti lussuosi ed eleganti, pieno di statue, bassorilievi e strani slogan propagandistici. Ma non è il momento di perdere tempo. Al piano inferiore vedi una sorta di capsula sferica, che sembra l’unica via di uscita dalla torre. Entri e azioni la leva, ma solo per accorgerti che la capsula, o meglio la “batisfera”, non serve per andarsene, ma per scendere nelle profondità del mare, per scendere verso un’incredibile metropoli sottomarina che, nonostante si stagli maestosa davanti a te, fatichi ancora a credere possa essere reale. Benvenuto a Rapture.

       



    Utopia for masses
    Rapture è nata sulla base di un'utopia: raggruppare segretamente una comunità di menti illuminate in un luogo dove gli uomini intellettualmente inferiori (spesso chiamati “parassiti”) non potessero frenare la loro creatività o trarre vantaggio dalle loro fatiche. Un’oasi dove scienziati e artisti potessero dare vita alle loro creazioni senza essere imbrigliati da censura o principi morali. Ma il miliardario Andrew Ryan, l’uomo alla base di tutto il mastodontico progetto, non aveva tenuto conto che molti degli scienziati dei quali si era circondato erano addirittura più folli di lui. Folli come la loro principale scoperta: un sistema di rimappatura e potenziamento genetico basato su una sostanza ribattezzata Adam, la quale permette agli uomini di diventare più forti e acquisire poteri sovrumani ma che al tempo stesso crea dipendenza e porta verso un lento ma inesorabile decadimento dell’organismo. E proprio l’Adam, diventato presto anche una moneta di scambio, è all’origine dei più forti dissidi ai piani alti di Rapture, che presto degenerano come in una sorta di reazione a catena. Della grande utopia resta solo una città fantasma in macabro decadimento, piena di mutanti disposti ad uccidere chiunque per una piccola dose della controversa sostanza.

      


    Ma poi arriva il nostro eroico Jack (questo è il nome del protagonista), destinato a cambiare le cose. Ed è da qui che comincia BioShock, lo sparatutto in prima persona di quegli Irrational Games (ora 2K Boston/2K Australia) che nel 1994 prima e nel 1999 poi stupirono la stampa specializzata con due piccole perle chiamate System Shock e System Shock 2, dei quali BioShock dovrebbe raccogliere l’eredità, confermandosi come FPS con grande componente esplorativa e di avventura contaminato fortemente da elementi GDR.
    La trama scritta dagli sviluppatori è discretamente avvincente, e si presenta articolata e ricca di colpi di scena. Jack viene a conoscenza di fatti passati e di informazioni importanti sia da vari diari audio registrati su nastro e disseminati un po’ ovunque che da una radio portatile, tramite la quale viene contattato da diversi personaggi, in primis Atlas, il suo personale Virgilio che proverà ad accompagnarlo fuori da questo inferno sottomarino. Anche i personaggi sono ben caratterizzati, pur vertendo sempre, in un modo o nell’altro, verso una qualche forma di follia o alienazione (fantastici il dottor Steinmen e Sander Cohen).

    La prima arma che viene messa a disposizione per farsi strada dentro Rapture è una semplice ma efficace chiave inglese, che rappresenta solo la punta di un vero e proprio iceberg. L’arsenale delle armi convenzionali è piuttosto vario, e spazia dai soliti mitra e doppiette a lanciagranate, balestre e lanciafiamme. Ogni arma è caricabile con tre diversi tipi di proiettile: nel caso del fucile abbiamo pallettoni normali, esplosivi ed elettrificati; per il lanciafiamme abbiamo napalm, azoto liquido e gel elettrico, e così via. Ma gli strumenti di offesa dei quali il nostro eroe può disporre comprendono anche e soprattutto i plasmidi, particolari combinazioni di Adam capaci di modificare il codice genetico conferendo poteri particolari, che vanno dalla capacità di sprigionare fuoco dalle dita a quella di lanciare una potente scarica elettrica, dal poter congelare i nemici a spostare gli oggetti grazie alla telecinesi. Per utilizzare questi poteri è necessario consumare l’Eve, l’omologo del “mana” dei GDR, che, esattamente come nel caso dei kit medici, può essere trovato in giro per i livelli o nei distributori automatici. Oltre ai Plasmidi esistono i tonici, che condividono lo stesso principio di base ma funzionano in maniera diversa: ogni tonico, che sia fisico, da combattimento, o tecnologico, se equipaggiato garantisce degli effetti permanenti, alla stregua dei classici oggetti magici visti nei giochi di ruolo.

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    C’è il tonico che aumenta la velocità di movimento, quello che rilascia una scarica elettrica addosso a un nemico che ci colpisce, o ancora quello che rende più resistenti agli attacchi basati sul gelo, e via dicendo. Inizialmente gli slot a disposizione per equipaggiare plasmidi e tonici sono solo due per categoria, ma grazie all’Adam recuperato si possono comprare slot e abilità aggiuntive su macchine rivenditrici chiamate “Gatherer’s Garden”. Avete capito bene: strano a dirsi, tutta la parte RPG di BioShock si sviluppa sostanzialmente attorno all’utilizzo di vari tipi di distributori automatici, dove possono essere acquistate munizioni, oggetti, kit medici e di Eve e tutti gli altri gingilli necessari a sopravvivere. La cosa fastidiosa è la gestione dell’inventario, assolutamente disgraziata: l’unico modo di vedere quali tonici sono equipaggiati o quali altri oggetti sono stati riposti nell’inventario è accedere ad una di queste macchine, non potendo richiamare un menu apposito durante le normali fasi di gioco.
    Un altro elemento veramente molto interessante e di stampo vagamente RPG-istico è dato dalla macchina fotografica, con la quale è possibile scattare foto ai nemici. Per ogni scatto ben riuscito verranno assegnati dei punti ricerca, che si accumuleranno fino a far guadagnare dei bonus contro quei particolari nemici o sbloccare nuovi, utilissimi tonici.

    Grafica:

    Uno dei principali motivi per cui BioShock verrà ricordato negli anni a venire è l’aspetto artistico. Il grande merito degli sviluppatori è quello di essere riusciti a ricreare un mondo a parte, credibile e straordinariamente affascinante. Il design della metropoli sottomarina di Rapture, che sta come a simboleggiare una vera e propria sfida dell’uomo alle forze della natura, sembra uscito da uno di quei visionari film futuristi anni ‘50, e riesce a miscelare in modo superbo tecnologie avanzatissime con un sublime stile Art déco. Nella sua magnificente decadenza retrò, Rapture sembra avere una propria personalità, un alone oscuro di fascino e mistero che intrappola il giocatore costringendolo a non avere fretta, a leggere quel cartellone pubblicitario che in qualsiasi altro gioco avrebbe snobbato, ad ammirare ogni particolare degli ambienti, oscuri e visionari come l’utopia di Andrew Ryan. Ogni volta che arriverete in un nuovo livello sarete pronti a scommettere che lo scenario non potrà competere con quanto già visto in precedenza, e ogni volta vi sbaglierete. Sorprendente anche come si riesca ad evitare la monotonia: pur svolgendosi all’interno della stessa città e avendo ambienti legati dallo stesso denominatore di decadenza, BioShock riesce sempre a rinnovarsi e regalare variazioni sul tema acute ed interessanti: Arcadia, con la sua rigogliosa vegetazione, o il delirante Fort Frolic sono esempi emblematici. Anche i nemici fanno la loro parte, dai possenti e apparentemente goffi Big Daddy ai ricombinanti, esseri non più tanto umani dalle movenze sinistre e dall’aspetto inquietante. Certo, nel caso di questi ultimi non sarebbe dispiaciuta un po’ più di varietà nel design.


    Versione PC:

    Le differenze fra la versione PC e quella Xbox 360 di BioShock non sono poi così profonde. Dal punto di vista tecnico la versione DirectX 9 del gioco è virtualmente identica alla controparte sulla console Microsoft, ma quest’ultima è forse preferibile grazie ad una migliore resa dei colori (a parità di schermo e impostazioni, ovviamente). Attivando le DirectX 10 non aspettatevi cambiamenti radicali, preparatevi anzi a piccoli e limitati ritocchi: increspature dell’acqua dinamiche, contorni più realistici per gli effetti particellari e ombre più naturali. Ma c’è un “ma”. Mentre con gli effetti particellari la differenza fra DX9 e DX10 pur non essendo straordinaria si vede chiaramente, negli altri casi è quasi sempre impossibile distinguere il cambiamento, al punto che viene da domandarsi se qualche miglioramento ci sia veramente. Insomma, diciamo pure che non è certo BioShock il gioco più adatto per scatenare la potenza della vostra nuova scheda video DirectX 10, né tantomeno per giustificarne un eventuale acquisto.

    Per quanto riguarda il sistema di controllo, c’è da dire innanzitutto che se mentre nelle normali fasi di gioco BioShock dimostra di essere uno di quei FPS che risultano giocabilissimi con un joypad, il mouse fa la vera differenza quando si tratta di cimentarsi nel sotto gioco per aggirare le varie macchine (e lo farete molto spesso, fidatevi), risultando notevolmente più veloce e preciso. Dal punto di vista hardware, come potete vedere nell’apposito box, BioShock si rivela meno esoso di quanto ci si poteva immaginare, e riesce a girare bene anche in PC non proprio attualissimi. Con la configurazione di prova siamo addirittura riusciti a giocare a 1920x1200 (risoluzione nativa del monitor, piuttosto esigente in termini di potenza di calcolo) senza scendere quasi mai sotto i 30fps.

     BioShock non sarà quell’FPS 2.0 che avevano annunciato, ma rimane un gioco pieno di fascino, avvincente, divertente da giocare e particolarmente longevo. Lo sparatutto di 2K Games è dotato di un aspetto artistico di livello stratosferico, forse il più sontuoso mai visto in una produzione videoludica, e riesce a tenere incollato il giocatore per ore ed ore senza annoiare. Rapture è un’esperienza umida, claustrofobica, permeata dalle angosce e dall’odio dei suoi mostruosi abitanti, disillusa da ideali che hanno trasformato la speranza in un ricordo lontano: un vero incubo, ma così seducente da far desiderare di non svegliarsi mai. Un titolo da avere, da giocare, da giocare di nuovo, da ricordare negli anni. E da sognarsi la notte, quando i cunicoli angusti di quello spettrale mondo sottomarino potrebbero diventare ancora più reali. Pro
    Molto profondo e appassionante
    Molto longevo
    Artisticamente straordinario e affascinante
    Contro
    Assoluta mancanza del multiplayer
    Alcune scelte di design discutibili (in primis gestione di salvataggi e morte)
    Alcuni elementi tecnici di qualità altalenante
     
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0 replies since 29/12/2012, 12:53   390 views
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